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Smart working e maternità: facciamo chiarezza

Dopo lo stato di emergenza causato dalla pandemia di coronavirus, si parla sempre di più di smart working e nuove modalità di lavoro agile. La confusione è ancora tanta, i dubbi non mancano, soprattutto per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e le normative di riferimento.

Smart working e maternità

Innanzitutto, ricordiamo cos'è lo smart working. Si tratta di una modalità di lavoro agile che si svolge all'esterno dell' azienda. Lo smart worker può lavorare da casa (home working), oppure dove preferisce, svincolato dagli orari di ufficio. L'importante, in questa modalità agile, è quello di coprire tutte le ore previste dal contratto di lavoro.

Ad esempio, se il lavoratore è pagato per svolgere la sua attività per 40 ore a settimana, grazie allo smart working può scegliere quando concentrarle. Questa modalità offre il massimo della flessibilità: si può decidere di lavorare solo il mattino e poi la sera fino a tardi, oppure prendere la mattina per i propri impegni e mettersi al PC dopo pranzo.

Non si tratta di un lavoro part time, né di telelavoro, ma dello svolgimento delle proprie mansioni con un approccio più flessibile e svincolato dalla sede aziendale. I vantaggi sono diversi: il lavoro da remoto permette un migliore work life balance, gestione migliore degli orari, dei congedi e massima flessibilità anche a livello di luoghi dove lavorare.

Ne sanno qualcosa le mamme e le donne in gravidanza: lo smart working ha consentito una migliore gestione della carriera parallelamente alla famiglia. Come funziona lo smart working in maternità? Facciamo chiarezza.

Smart working per genitori: lavoro agile per madri e padri

Prima del Covid, il lavoro agile non era così diffuso. Dopo il coronavirus, invece, i lavoratori si sono resi conto dei numerosi vantaggi, così come le imprese. Nel 2021, così, è stato necessario rivedere le formule di lavoro a distanza, soprattutto per agevolare alcune categorie di dipendenti, come i genitori.

In Italia, il numero di mamme e papà lavoratori non all' interno di un ufficio in presenza è aumentato considerevolmente. La svolta del Covid ha portato le donne in smart working dal 12% registrato nel 2018 al 40% del 2020.

La vita è cambiata, in quanto il limite tra lavoro e famiglia si è assottigliato e questo è il principale problema che ha afflitto le mamme in Italia. Un rapporto della CGIL ha infatti sottolineato come per le donne sia stato alienante e stressante passare alla formula del telelavoro o smart working in così poco tempo. Per gli uomini, questa fatica è stata meno evidente.

Al di là degli effetti benefici o negativi dello smart working, che comunque sono un dato fondamentale di cui tenere conto per il benessere dei lavoratori, è chiaro che la formula di lavoro non in presenza si è diffusa ampiamente. Le aziende hanno potuto far lavorare i dipendenti anche senza un accordo alla base. Questa agilità ha permesso di ridurre notevolmente il numero di contagi nelle aziende.

Questo è valso sia nelle aziende private che nella Pubblica Amministrazione, che ha concesso a quasi tutti i dipendenti di entrare in modalità telelavoro.

Cosa prevede la Legge

In Italia, il Governo ha previsto che hanno diritto allo smart working i genitori lavoratori che con figli minori di 16 anni rimasti a casa nei seguenti casi:

  1. sospensione delle attività didattiche,
  2. quarantena per contagio,
  3. infezione da Covid-19 che colpisca il minore stesso.

In questo modo, i genitori possono conciliare le esigenze di vita dei figli con quelle lavorative. Ricordiamo che i datori di lavoro non possono concedere il bonus baby sitter nel caso in cui uno dei due genitori svolga il suo lavoro all' esterno dell'azienda come smart worker.

Il congedo straordinario

Chi ha figli minori di quattordici anni, se la mansione non permette il lavoro a distanza, può richiedere un congedo straordinario con retribuzione a carico dell’INPS in misura pari al 50% della normale retribuzione.

Genitori con figli portatori di handicap

Qualora il lavoratore abbia figli portatori di handicap, ha la possibilità di svolgere l’attività in regime di smart working a patto che nel nucleo familiare non sia presente un altro genitore non lavoratore e che l'attività lavorativa possa essere resa in lavoro agile.

Legge di bilancio e madri lavoratrici

Secondo la Legge di Bilancio, punto 486, il datore di lavoro, pubblico o privato, è tenuto a riconoscere priorità alle richieste di esecuzione del rapporto di lavoro agile formulate dalle lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo di maternità.

smart working e maternità

Quindi, oltre che ai 5 mesi previsti dalla normativa in vigore circa il congedo di maternità, le mamme lavoratrici possono svolgere le attività lavorative in modalità agile. Si tratta di un grande vantaggio che consente di lavorare senza recarsi in azienda, senza perdere giorni lavorativi o con il rischio di perdere il proprio posto.

Smart working per donne in gravidanza

L'attuale normativa prevede che i datori di lavoro possano valutare insieme alle donne in gravidanza l’opportunità di lavorare fuori dall'azienda, con il supporto di professionisti sanitari che valutino caso per caso.

Le donne agli ultimi mesi di gravidanza, per obbligo di legge, devono astenersi dal lavoro.

Per quanto riguarda invece le mamme in dolce attesa ai loro primi mesi, vi è la possibilità di usufruire dello smart working solo se la gravidanza è a rischio.

La tipologia di lavoro prevista per le donne in gravidanza e le neo mamme con figli di età inferiore ai 3 anni ha l'obiettivo di conciliare da un lato le esigenze di salute della lavoratrice e dall’altro lato gli obiettivi produttivi dell'azienda.

Per fare questo, è necessario che la lavoratrice concordi con l'impresa i luoghi dove è possibile svolgere l’attività. Essi saranno scelti per favorire l' utilizzo delle tecnologie messe a disposizioni e per garantire la sicurezza della donna che lavora.

Il datore di lavoro avrà dunque degli obblighi: identificare le mansioni vietate per la gravidanza e/o l’allattamento, integrare il documento di valutazione dei rischi con l’analisi delle mansioni incompatibili, informare le dipendenti in età fertile dei risultati della valutazione e attivare lo smart working ove possibile per mantenere la donna lontana da eventuali rischi.

Conclusioni

Lo smart working ha risolto in parte il problema dei congedi parentali e in parte quello dell'aumento dei contagi. Sono diverse le categorie di genitori che hanno il diritto di poter lavorare da casa agilmente, in base alla propria situazione familiare.

In questo articolo ci siamo concentrati sulle madri, che in Italia possono svolgere la loro prestazione facendo ricorso allo smart working, cogliendo l' opportunità di seguire da vicino la crescita dei figli piccoli.

La situazione si può migliorare ancora di più con maggiori tutele e strumenti adatti a entrare in una fase più matura delle nuove formule di lavoro da remoto. Al pari di altri stati europei, lo smart working potrebbe incrementare la sua diffusione e migliorare di molto la vita delle mamme che lavorano.


Scritto da Paolo Calderone 

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Paolo Calderone

Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.


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