
Legno e benzene in azienda: guida pratica per datori di lavoro su rischi, obblighi e prevenzione
Obblighi, misure da adottare e errori da evitare per restare in regola e proteggere i lavoratori
Se nella tua azienda si lavorano legni duri o si utilizzano prodotti contenenti benzene (vernici, solventi, colle, carburanti), è fondamentale sapere che stai gestendo sostanze cancerogene. Questo comporta obblighi precisi di legge, che se ignorati espongono l’azienda a sanzioni amministrative, responsabilità penali e a gravi danni per i dipendenti.
1. Conoscere il rischio
Polveri di legno duro
Si generano durante operazioni come taglio, levigatura, foratura, carteggiatura e pulizia degli impianti. Il rischio riguarda in particolare legni come rovere, faggio, noce e mogano. Le polveri fini si accumulano nelle vie respiratorie alte e, nel tempo, possono provocare tumori a naso e seni paranasali.
Benzene
Presente in molte sostanze industriali (carburanti, solventi, colle, vernici) o come sottoprodotto della combustione, il benzene è volatile e cancerogeno. Può provocare gravi danni al sistema ematopoietico, come leucemie. L’esposizione avviene principalmente per via inalatoria.
2. Cosa prevede la legge
Se l’azienda utilizza o genera cancerogeni come questi, il datore di lavoro ha obblighi precisi, stabiliti dal D.Lgs. 81/2008. In particolare, deve:
Valutare il rischio specifico nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), indicando processi a rischio, mansioni coinvolte, frequenza e durata dell’esposizione, e misure di prevenzione adottate.
Tenere aggiornato il Registro degli Esposti, cioè l’elenco dei lavoratori che risultano esposti a cancerogeni. Il registro deve essere conservato per almeno 40 anni ed è obbligatorio trasmettere i dati all’INAIL.
Attivare la sorveglianza sanitaria obbligatoria. I lavoratori esposti devono essere visitati dal medico competente sia all’inizio dell’attività che con periodicità definita in base al rischio.
Applicare misure tecniche e organizzative di prevenzione. Se non è possibile eliminare il rischio alla fonte, bisogna ridurre l’esposizione con mezzi tecnici (aspirazione localizzata, sostituzione sostanze, ventilazione) e organizzativi (limitazione accesso, pulizia, rotazione del personale).
Fornire i dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati: mascherine FFP2 o superiori per le polveri; filtri per vapori organici per il benzene.
Formare e informare i lavoratori, con contenuti specifici sui rischi a cui sono esposti, sull’uso corretto dei DPI e sulle procedure di emergenza.
3. Cosa fare in concreto
Ecco le azioni chiave che un datore di lavoro deve mettere in atto, senza deleghe generiche o superficialità:
Far aggiornare il DVR con la valutazione specifica del rischio cancerogeno, se non già presente.
Identificare le lavorazioni che generano esposizione a polveri o vapori e redigere il registro degli esposti.
Nominare un medico competente, se non già presente, e attivare la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti.
Controllare la presenza e l’efficacia di sistemi di aspirazione localizzata nei reparti di lavorazione legno o verniciatura.
Verificare o sostituire le sostanze contenenti benzene, scegliendo prodotti meno pericolosi se disponibili.
Installare e mantenere attivi sistemi di ventilazione meccanica controllata, soprattutto in ambienti chiusi.
Fornire ai lavoratori DPI idonei e garantire che vengano usati correttamente e regolarmente.
Evitare l’accumulo di polveri con pulizie frequenti e non dispersive (niente aria compressa).
Formare periodicamente i lavoratori in modo specifico su questi rischi, oltre alla formazione generale sulla sicurezza.
4. Cosa evitare
Ci sono comportamenti e sottovalutazioni che mettono a rischio l’azienda e i lavoratori:
Affidarsi solo alla ventilazione generale, senza aspirazione nei punti di emissione.
Utilizzare DPI non adatti o non certificati.
Non aggiornare il DVR dopo l’introduzione di una nuova sostanza o procedura.
Escludere i manutentori dalla valutazione dei rischi.
Ignorare esposizioni brevi ma ripetute.
Omettere l’iscrizione al registro esposti perché “è solo un lavoro occasionale”.
Non informare correttamente i dipendenti.
5. Le conseguenze del mancato rispetto
Le sanzioni amministrative per omessa valutazione, sorveglianza o formazione possono variare da poche centinaia a diverse migliaia di euro per ogni violazione.
In caso di malattia professionale (tumore, leucemia), il datore di lavoro può essere perseguito penalmente per lesioni colpose o omicidio colposo.
Il mancato rispetto degli obblighi può portare a cause civili, richieste di risarcimento e danni reputazionali.
6. Come mettersi in regola: sintesi operativa
Azione | Obbligatoria per legge | Tempistica consigliata |
---|---|---|
Valutazione rischio cancerogeni nel DVR | Sì | Immediata |
Registro degli esposti e invio a INAIL | Sì | Immediata |
Sorveglianza sanitaria per esposti | Sì | Immediata |
Installazione di aspirazione localizzata | Sì | Immediata |
Fornitura di DPI adeguati | Sì | Immediata |
Formazione specifica dei lavoratori | Sì | Immediata |
Sostituzione sostanze pericolose | Se tecnicamente possibile | Il prima possibile |
Controlli ambientali interni | Consigliati | Periodici |
Conclusione
Gestire correttamente questi rischi non è solo un dovere normativo, ma un investimento in sicurezza, continuità operativa e tutela dell’azienda. Le azioni da intraprendere sono chiare e concrete: chi agisce in anticipo riduce il rischio, evita sanzioni e garantisce un ambiente di lavoro più sano e protetto.
Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.
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