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Inabilità parziale sul lavoro: tutto quello che devi sapere

 

Immagina di lavorare in un'azienda per molti anni, da quando sei giovane. Il tuo lavoro richiede responsabilità e attenzione. A un certo punto, con l'invecchiamento, ti rendi conto che la tua vista cala di molto. Non vedi più bene come prima, anzi, il tuo ottico ti prescrive l'uso di occhiali, ma comunque non riesci a mettere a fuoco bene le immagini.

Arriva poi il giorno della visita medica aziendale e il medico competente si rende conto che questa tua scarsa vista potrebbe rivelarsi un pericolo per te stesso, per i tuoi colleghi e per l'azienda. In questo caso, si dice che possiedi una inabilità parziale.

 

visita inidoneità parziale 

 

Ma cosa si intende con inabilità parziale di un lavoratore? Come si deve comportare il datore di lavoro? Potresti essere licenziato per via della tua inabilità? Ti aspettano delle indennità? Scopriamolo insieme in questo utile articolo di Global Medical Service, azienda italiana che si occupa da più di vent'anni della salute e sicurezza sul lavoro dei dipendenti e dei loro dirigenti.

Scopri tutti i nostri servizi di medicina sul lavoro e i corsi sulla sicurezza a Milano e Melzo. Ma ora, prosegui nella lettura per saperne di più sulle inabilità parziali sul lavoro.

 

Inabilità parziale: una definizione

Si definisce inabilità parziale al lavoro qualsiasi limitazione nella capacità di eseguire in modo adeguato un lavoro compatibile con la professione o l'ambito di attività usuale, causata da un danno alla salute fisica, mentale o psicologica.

Si tratta di un tipo di invalidità che deve essere individuata prima da un medico curante del paziente e confermata dal medico competente che ne decreta anche la percentuale. Ciò è importante perché un lavoratore ha diritto a una pensione di inabilità se non può più svolgere qualsiasi attività lavorativa come in precedenza a causa della sua condizione di salute.

A differenza di altre forme di invalidità, una inabilità parziale non consente di continuare a condurre la propria mansione, se non con dei limiti, per esempio temporali. Una persona che prima lavorava otto ore al giorno, con una inabilità parziale potrebbe doverne fare solo quattro.

Ma allora quando si parla di invalidità e quando di inabilità? Queste due condizioni possono convivere nello stesso individuo, ma hanno un peso diverso a seconda del lavoro svolto. Se un lavoratore, ad esempio, perde un dito della mano, ottiene il riconoscimento di una minima invalidità. Se è un impiegato a perdere il dito, come l'indice, potrebbe comunque continuare a svolgere la sua mansione presso un videoterminale. Ma se a perdere il dito è un violinista, allora non può più svolgere il suo lavoro.

Il violinista potrebbe avere una invalidità del 10%, ma una inabilità del 100%.

Bisogna poi distinguere tra diverse forme di inabilità:

  • inabilità assoluta e permanente per svolgere qualsiasi tipo di lavoro

  • inabilità assoluta e permanente a svolgere le mansioni assegnate

  • inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa, indipendentemente dalla causa

  • inabilità temporanea, assoluta, parziale o minima.

Quando si parla di inabilità assoluta, si fa riferimento a una condizione che permanente, il che significa che non è prevista alcuna prospettiva di recupero o di possibilità di tornare al lavoro. L'inabilità temporanea è una condizione in cui il lavoratore non è in grado di svolgere le sue mansioni o qualsiasi altra attività lavorativa per un periodo di tempo limitato. Durante questo periodo, il lavoratore può essere sottoposto a trattamenti medici o terapie per il recupero. L'inabilità temporanea non comporta necessariamente una richiesta di pensione e può variare in durata in base alla gravità e alla natura della condizione medica.

 

Il datore di lavoro può licenziare un lavoratore perché parzialmente inabile?

Molto spesso i datori di lavoro licenziano i dipendenti in quanto, da inabili, non possono svolgere la mansione che hanno portato avanti per un certo periodo di tempo. Per loro è un motivo giustificato, ma la Legge dice esattamente il contrario.

La legge stabilisce che se un lavoratore diventa inabile a svolgere il proprio lavoro, il datore di lavoro ha l'obbligo di trovare un'alternativa compatibile con la sua salute.

Questo significa che il dipendente non può essere licenziato in caso di malattia o infortunio, a meno che non sia impossibile assegnargli altre mansioni, anche di livello inferiore. Se il lavoratore viene assegnato a mansioni inferiori, il suo stipendio deve rimanere lo stesso, senza alcuna decurtazione. Inoltre, l'azienda è tenuta a cercare soluzioni organizzative che siano vantaggiose per i lavoratori.

 

Quote di riserva

In base all'articolo 4, comma 4, della legge numero 68 del 1999, i lavoratori normodotati che diventano inabili a svolgere le proprie mansioni a causa di malattia o infortunio possono rientrare nella quota di riserva. Quest'ultima rappresenta il numero di posizioni riservate ai dipendenti con disabilità che ogni azienda deve assumere. Tuttavia, affinché un lavoratore inabile possa far parte di questa quota, deve soddisfare tre criteri essenziali:

  1. Deve essere riconosciuto come inabile a svolgere le sue attività lavorative.

  2. Deve aver subito una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60%.

  3. L'inabilità non deve essere stata causata da un inadempimento da parte del datore di lavoro riscontrato in sede giurisdizionale in relazione alle norme sulla sicurezza e l'igiene sul lavoro.

 

Quando un lavoratore inabile viene licenziato

Il dipendente può essere ragionevolmente licenziato se:

  • non ci sono alternative alla sua mansione

  • le inabilità persistono e influenzano anche la nuova mansione

  • l’azienda è costretta ad accomodamenti non ragionevoli dell’organizzazione interna

  • non ci sono altre mansioni sicure per il lavoratore e i suoi colleghi.

Qualora un dipendente venga licenziato, ha la possibilità di contestare la decisione dell'azienda presentando un ricorso davanti al giudice del lavoro.

Qualora il magistrato riscontri la non conformità del licenziamento alla legge, il lavoratore avrà diritto alla sua reintegrazione in azienda e riceverà un indennizzo. L'entità di questa indennità sarà determinata in base al numero di mensilità di stipendio maturate e non percepite durante il periodo di licenziamento.

Il massimo importo risarcibile è stato stabilito pari a 12 mensilità di retribuzione. In aggiunta all'indennità, il datore di lavoro sarà tenuto a effettuare i versamenti relativi a tutti i contributi previdenziali e assistenziali arretrati, comprensivi degli interessi dovuti.

Se invece un lavoratore viene licenziato, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute e se tale decisione viene ritenuta legittima dal datore di lavoro, gli spetta ovviamente il Tfr, le retribuzioni già maturate e la Naspi (l’assegno di disoccupazione versato dall’INPS).

Il diritto alla Naspi viene riconosciuto solo se l'individuo è stato licenziato e non in caso di dimissioni, anche se queste sono state imposte dalla impossibilità di continuare a lavorare.

 

Risarcimento per la inabilità parziale

Solitamente, ci sono diverse opzioni per ottenere un risarcimento in caso di inabilità parziale, ma le tre più comuni sono:

  • in base ai giorni della inabilità. Quando una persona è temporaneamente incapace di lavorare a causa di un incidente, l'assicurazione fornisce un risarcimento giornaliero per coprire la perdita di reddito durante questo periodo

  • risarcimento che prevede l'applicazione di una franchigia. Un medico valuta la durata prevista dell'invalidità temporanea e stabilisce una somma di denaro per coprire i costi per quel periodo. Se l'invalidità persiste oltre la previsione, si ha diritto a un risarcimento aggiuntivo per i giorni aggiuntivi. Se si torna al lavoro prima del previsto, la franchigia sarà annullata, e la persona riceverà un risarcimento parziale

  • risarcimento anche se si continua a lavorare. Ad esempio, se un medico determina che le lesioni dall'incidente rendono il lavoro più difficile ma non impossibile, è possibile continuare a lavorare e ricevere un risarcimento per l'invalidità, sebbene di entità minore.

 

Come chiedere la pensione di inabilità

Per fare domanda per la pensione di inabilità, devi innanzitutto raccogliere tutta la documentazione necessaria, come i certificati medici che attestano la condizione di inabilità, i documenti relativi alla storia lavorativa e contributiva, nonché qualsiasi altra informazione che potrebbe essere richiesta dalle autorità previdenziali.

La domanda può essere presentata presso l'ente previdenziale competente, come l'INPS in Italia, oppure online. Dopo aver presentato la domanda, il caso verrà esaminato dalle autorità previdenziali. È importante rimanere informati sullo stato della richiesta e rispondere prontamente a eventuali richieste di documentazione aggiuntiva.

Una volta che la richiesta è stata valutata, si riceve una decisione. Questa può essere positiva, nel qual caso sarai informato su come procedere per ricevere la pensione di inabilità, o negativa, nel qual caso potrebbe essere possibile presentare ricorso.

Ricorda che il processo di richiesta della pensione di inabilità può richiedere del tempo, quindi è importante essere pazienti e preparati a fornire ulteriori informazioni se necessario.

 

Conclusioni

L'inabilità parziale rappresenta una situazione complessa che coinvolge i lavoratori che, a causa di problemi di salute, non sono più in grado di svolgere il loro lavoro abituale. Ottenere la pensione in tali circostanze è un diritto riconosciuto dalla legge, ma è un processo che richiede un'attenta valutazione e documentazione delle condizioni di salute.

Chi ha diritto a questa forma di pensione deve soddisfare i requisiti specifici stabiliti dalla legge, che possono variare a seconda del tipo di inabilità. È importante cercare assistenza legale o consultare le autorità preposte per comprendere appieno i propri diritti e le procedure da seguire.

La richiesta di una pensione per l'inabilità parziale richiede la raccolta di documentazione medica accurata e la presentazione di una domanda formale alle autorità competenti. È un processo che richiede pazienza e determinazione, ma può rappresentare un sostegno vitale per coloro che si trovano in una situazione di inabilità parziale e non possono più svolgere il proprio lavoro.

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