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Congedo di maternità 2023: le ultime novità dalla Legge di Bilancio anche sul congedo parentale

 

Con l'ultima Legge di Bilancio, il congedo parentale e il congedo di maternità subiscono alcune interessanti modifiche. Ne vogliamo parlare in questo articolo di Global Medical Service, da sempre azienda attenta alla salute e alla tutela dei lavoratori italiani.

Maternità obbligatoria, facciamo chiarezza

Il congedo di maternità obbligatoria, noto anche come maternità obbligatoria, rappresenta un periodo di tempo in cui le donne lavoratrici devono assentarsi dal loro impiego. Questo periodo ha una durata di 5 mesi ed è riconosciuto durante la gravidanza, dopo il parto e in situazioni di adozione o affidamento di minori. Nel corso di questo periodo, invece di ricevere il proprio stipendio, le donne lavoratrici ricevono un'indennità dall'INPS, che corrisponde all'80% del loro stipendio.

Durante il periodo di maternità obbligatoria, i datori di lavoro non possono impiegare le donne in attività lavorative. Questa non è soltanto una responsabilità dei datori di lavoro, ma è anche un diritto che le lavoratrici non possono rinunciare, neanche se sono in buona salute (tranne nei casi di aborto spontaneo o morte del feto poco dopo la nascita, ma solo con l'approvazione del medico curante).

 

Quali sono le lavoratrici che hanno diritto al congedo parentale

Questa forma di congedo si applica alle lavoratrici dipendenti assicurate presso l'INPS, che includono anche le ex assicurate IPSEMA. Inoltre, sono coinvolte le apprendiste, operaie, impiegate e dirigenti che hanno un rapporto di lavoro in corso all'inizio del periodo di congedo. Anche le donne disoccupate o sospese, secondo le disposizioni dell'articolo 24 del Testo Unico sulla maternità e paternità (TU), possono usufruire del congedo.

Le lavoratrici agricole a tempo indeterminato o determinato, che abbiano accumulato almeno 51 giornate di lavoro agricolo nell'anno di inizio del congedo, rientrano altresì nella categoria avente diritto. Analogamente, le lavoratrici addette ai servizi domestici come colf e badanti sono considerate nel contesto della maternità obbligatoria, come previsto dall'articolo 62 del TU.

Le lavoratrici a domicilio, coinvolte in attività lavorative svolte presso il proprio domicilio, e le lavoratrici impegnate in attività socialmente utili o di pubblica utilità (LSU o APU), secondo quanto delineato nell'articolo 65 del TU, sono altresì coperte da questo tipo di congedo.

Includiamo anche le lavoratrici dipendenti da amministrazioni pubbliche, che comprendono coloro che erano precedentemente assicurate presso INPDAP ed ENPALS. Queste donne sono tenute ad adempiere agli obblighi di legge relativi alla maternità nei confronti dell'amministrazione pubblica da cui dipendono. In tal caso, ricevono un'indennità corrispondente al trattamento economico, in conformità con quanto stabilito dagli articoli 2 e 57 del Testo Unico sulla maternità e paternità (TU).

 

Congedo parentale in caso di adozione o affidamento

I genitori che scelgono di adottare o prendere in affidamento un bambino godono di una serie di tutele create per agevolare il processo di inserimento del nuovo membro nella famiglia, come avviene anche per i genitori biologici.

Ma come funziona il congedo di maternità e paternità per chi adotta o prende in affidamento un bambino?

Se si tratta di adozione, il congedo ha una durata di cinque mesi, mentre per l'affidamento è di tre mesi. Nel caso di adozione nazionale, i cinque mesi di congedo iniziano a decorrere dal momento in cui il minore entra effettivamente in famiglia. Per le adozioni internazionali, invece, il congedo può essere fruito anche prima dell'ingresso del minore in famiglia. Questi periodi possono essere goduti in modo continuativo o frazionato, ma devono essere usufruiti nei primi cinque mesi dall'ingresso del minore nella famiglia. Spettano inoltre sia alla madre che al padre.

Sul versante economico, l'indennità corrisposta è pari all'80% della retribuzione, con la possibilità di un eventuale integrazione secondo quanto stabilito dai contratti collettivi. La richiesta di congedo va presentata esclusivamente in modalità telematica, direttamente all'INPS o tramite un patronato.

Le disposizioni riguardo al congedo parentale per adozione o affidamento seguono le stesse regole previste per i genitori biologici. In totale, i genitori possono usufruire di un periodo massimo complessivo di 10 mesi, da distribuire entro dodici anni dall'ingresso del minore nella famiglia, ma comunque entro il raggiungimento della maggiore età del minore.

Dal punto di vista retributivo, è prevista un'indennità pari al 30% della retribuzione per un periodo massimo complessivo di sei mesi tra entrambi i genitori. Questo a condizione che tali sei mesi siano goduti entro i primi sei anni dall'ingresso del minore in famiglia.

 

Le lavoratrici autonome hanno diritto al congedo di maternità?

Questa è una domanda che spesso le lavoratrici si pongono e la risposta è affermativa.

Per le lavoratrici autonome, tuttavia, il concetto di "maternità obbligatoria" non trova diretta applicazione. Invece, è garantita loro un'indennità economica durante i periodi di tutela della maternità o paternità, senza che ciò comporti l'obbligo di astenersi dall'attività lavorativa. Questo costituisce un aspetto distintivo rispetto alle lavoratrici dipendenti, le quali sono tenute a un periodo di assenza dal lavoro durante il congedo obbligatorio.

  

congedo maternità

 

La novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 sul congedo parentale

Il congedo parentale nel 2023 ha subito importanti aggiornamenti che portano vantaggi significativi per i genitori lavoratori dipendenti, come stabilito dall'ultima Legge di Bilancio 2023. Queste modifiche offrono una prospettiva più favorevole sia alle madri che ai padri, enfatizzando l'importanza di promuovere un equilibrio tra lavoro e famiglia.

La novità principale consiste nell'introduzione di un mese retribuito all'80% nel periodo di astensione dal lavoro. Vale la pena sottolineare che il limite massimo di congedo parentale indennizzabile resta di 9 mesi, con l'innovazione che prevede che uno di questi mesi sarà pagato all'80%.

Tuttavia, questa modifica ha una portata specifica: il mese retribuito all'80% può essere usufruito soltanto nel limite massimo di un mese e deve avvenire entro il sesto anno di vita del figlio. Questo incentivo economico è rivolto alle madri e ai padri lavoratori dipendenti che terminano il periodo di congedo di maternità o di paternità dopo il 31 dicembre 2022.

È importante evidenziare che questa disposizione si applica esclusivamente ai lavoratori dipendenti, non comprendendo gli autonomi o coloro iscritti alla Gestione Separata. L'obiettivo di questa modifica è di incentivare un maggiore coinvolgimento dei genitori lavoratori nel prendersi cura dei figli nei primi anni di vita, promuovendo un ambiente di supporto alla famiglia.

Inoltre, il congedo parentale, conosciuto anche come congedo facoltativo o maternità/paternità facoltativa, offre ai genitori l'opportunità di astenersi dal lavoro per prendersi cura dei propri figli, mantenendo il posto di lavoro. Mentre la madre può beneficiare di un congedo di maternità obbligatorio, il congedo parentale è una scelta facoltativa sia per lei che per il padre. Tale congedo può essere condiviso tra i genitori, con un periodo massimo complessivo di 10 mesi, e in alcuni casi estendibile a 11 mesi nei primi 12 anni di vita del bambino.

Va tenuto a mente che questi cambiamenti, pur aumentando l'importo dell'indennità, non influiscono sulla durata massima del congedo parentale, che rimane di 9 mesi in totale. Tuttavia, questa modifica rappresenta un passo importante verso l'incoraggiamento di un coinvolgimento più attivo dei genitori lavoratori nell'assistenza e nella cura dei loro figli nei primi anni di vita.

 

Istruzioni per presentare la domanda di congedo di maternità

Nel 2023, se sei in dolce attesa, è importante sapere che devi inviare la domanda prima di due mesi dalla data prevista per il parto. Assicurati di farlo entro un anno dalla fine del periodo in cui hai diritto all'indennizzo.

Prima di iniziare il congedo, invia il certificato medico di gravidanza all'INPS. Puoi farlo tramite un medico del Servizio Sanitario Nazionale o uno con cui ci sia una convenzione.

Dopo la nascita del tuo bambino, comunica alla INPS la data di nascita e i dettagli entro 30 giorni.

Per presentare la domanda di congedo di maternità, puoi svolgere la procedura online tramite il servizio dedicato sull'INPS. Se hai documenti utili, come decisioni giudiziarie o autorizzazioni, puoi allegarli per accelerare il processo. Ad esempio, se sei sottoposta a interdizione anticipata o posticipata, hai l'autorizzazione per l'ingresso in Italia di un minore straniero in adozione o affidamento, oppure hai l'attestazione dell'ingresso in famiglia di un minore adottato o affidato.

Se non vuoi utilizzare il servizio online, puoi fare la domanda anche chiamando il Contact Center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 da rete mobile. Gli enti di patronato e gli intermediari dell'INPS possono aiutarti a presentare la domanda tramite i loro servizi telematici.

Ricorda di rispettare questi passaggi per richiedere il tuo congedo di maternità nel modo corretto.

 

FAQ Legge di Bilancio 2023 sul congedo di maternità e congedo parentale

 

Quanto dura il congedo parentale 2023?

Il congedo parentale rappresenta il diritto per entrambi i genitori lavoratori di usufruire di un periodo di 10 mesi di pausa dal loro impiego. Questo periodo può essere diviso tra la madre e il padre e può essere fruito nei primi 12 anni di vita del bambino.

Qual è la retribuzione del congedo parentale?

L'assegnazione economica al 80% è concessa solo per un mese (condiviso tra entrambi i genitori) e può essere fruita in un'ampia gamma di modalità. Queste modalità includono la possibilità di dividere il mese tra i genitori, anche scegliendo di godere dell'indennità nei medesimi giorni, oppure un solo genitore può usufruire dell'indennità per l'intero mese.

Quanto tempo prima può avvenire l’astensione obbligatoria dal lavoro pre-parto?

Di solito, la madre in attesa si impegna in un periodo obbligatorio di congedo pre-parto che inizia due mesi prima della data prevista per il parto. Tuttavia, se gode di buona salute, ha l'opzione di richiedere un'alternativa flessibile per il suo congedo di maternità, che potrebbe iniziare fino a un mese prima della data presunta del parto. Questa scelta comporterebbe un prolungamento del congedo post-parto per un mese aggiuntivo.

In quali casi il padre può utilizzare il congedo di paternità “alternativo” alla madre?

Il genitore di sesso maschile, impiegato come lavoratore subordinato, ha la facoltà di utilizzare il congedo parentale nei primi tre mesi dalla nascita del figlio o della figlia, in determinate circostanze. Queste includono situazioni quali il decesso o la grave infermità della madre, l'abbandono del bambino da parte della madre, l'affidamento esclusivo al padre, oppure nel caso in cui la madre sia un lavoratrice autonoma che ha diritto all'indennità prevista dall'articolo 66 del Decreto Legislativo 151/2001.

In caso di adozione o affidamento i genitori hanno diritto al congedo di maternità e paternità?

Certamente, il congedo parentale è esteso anche ai genitori adottivi o affidatari, con regolamentazioni specifiche:

  • In caso di adozione nazionale, il periodo di congedo può essere usufruito dopo l'arrivo del minore in famiglia e ha una durata massima di 5 mesi.

  • Nel caso di adozione internazionale, il congedo può essere preso sia durante il periodo in cui i genitori sono all'estero sia dopo che il minore è giunto in Italia. La durata massima è di 5 mesi. L'ente che gestisce l'adozione internazionale certifica la durata del periodo all'estero.

  • Per quanto riguarda l'affidamento, il congedo può essere impiegato entro 5 mesi dall'effettivo inizio dell'affidamento e non può superare i 3 mesi.

È da notare che, in caso di adozione o affidamento, il padre adottivo può richiedere il congedo di paternità anche se la madre adottiva rinuncia al congedo di maternità.

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Scritto da Paolo Calderone 

Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08).  Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.


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