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Verifica messa a terra: come si fa, chi la deve fare e quando è obbligatoria

La verifica messa a terra è un controllo periodico molto importante su impianti elettrici e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche per garantire la sicurezza in tutte le aziende che prevedono lavori sotto tensione e l'impiego di apparecchi elettrici.

All'interno dell' articolo 2 del Decreto Interministeriale del febbraio 2011, la messa a terra è un'operazione con cui le parti attive costituenti un impianto elettrico vengono collegate con la terra, direttamente o tramite un impianto di terra, e tra loro, direttamente o tramite parti conduttrici. Si divide in verifiche periodiche e mira alla regolamentazione degli impianti sia dal punto di vista tecnico che, diciamo, "burocratico".

 

verifica messa a terra

 

A cosa serve la verifica periodica messa a terra

La messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche ha come finalità quella di evitare la formazione di cariche elettrostatiche, riducendo il rischio di insorgenza degli incendi. Grazie a questa procedura, come precedentemente accennato, si fanno convergere direttamente nel pavimento le parti metalliche delle macchine elettriche così che le eventuali correnti elettriche si disperdano nel terreno.

I lavoratori, così, hanno maggiore garanzia di protezione contro folgorazioni o altri rischi fatali. La normativa in materia di verifiche degli impianti si è evoluta molto nel corso del tempo per soddisfare le nuove esigenze in termini di sicurezza e per mantenere sicure le nuove tecnologie elettriche adottate dalle aziende. Gli ultimi aggiornamenti sono stati effettuati nel febbraio 2020 con la legge 28 numero 8, che ha introdotto le novità che stiamo per affrontare.

 

Come funziona la verifica messa a terra degli impianti elettrici?

La messa a terra è una protezione efficace per le parti di apparecchiature ed attrezzature di lavoro che possono essere caratterizzate da accumulo di cariche elettrostatiche. La verifica messa a terra deve essere obbligatoriamente effettuata con cadenza periodica, ogni due o cinque anni in base all'azienda e alle apparecchiature adottate.

L' obbligo vige per tutti quei datori di lavoro che operano con almeno un lavoratore (dipendente, socio, apprendista, stagista, lavoratore socialmente utile). La normativa è regolamentata dal DPR 462/01. Prima di questo decreto, la procedura era responsabilità dell' ISPELS e della ASL per le successive verifiche periodiche degli impianti elettrici.

Oggi è il datore di lavoro a dover chiedere le verifiche, rivolgendosi agli organismi abilitati dal Ministero delle Attività Produttive (il datore di lavoro si rivolge all’ASL o all’ARPA o ad eventuali organismi che rispettano la normativa tecnica europea UNI CEI). Quindi, è importante sottolineare che la verifica messa a terra di impianti elettrici effettuata dagli installatori non è valida ai fini degli obblighi di legge.

 

Obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro deve organizzare, come accennato, le verifiche periodiche degli impianti elettrici di messa a terra. A seguito di ognuno, ha l' obbligo di conservare il verbale di verifica rilasciato dall'organismo abilitato, in modo da non farsi trovare impreparato durante i controlli degli Enti Preposti.

I controlli sono a campione e stabiliti annualmente dall’ISPESL, ma a carico, in termini di denaro, del datore.

Non solo: quest'ultimo ha il compito di richiedere all'installatore dell'impianto la dichiarazione di conformità ai sensi della normativa vigente, un documento molto importante che decreta l'effettiva omologazione dell'impianto stesso. Questa deve essere trasmessa entro trenta giorni dalla messa in esercizio delle apparecchiature all’ISPESL ed all’ ASL o all’ARPA territorialmente competenti.

Se nella zona di interesse aziendale è presente uno Sportello Unico per le Attività Produttive, la dichiarazione di conformità deve essere trasmessa allo stesso, il quale provvederà poi all’inoltro ai soggetti competenti. Ricordiamo inoltre che alla dichiarazione di conformità deve essere allegato il modulo di trasmissione sottoscritto dal datore e predisposto dall’ISPESL.

Quando si presenta la dichiarazione di conformità all'ISPELS è previsto un contributo forfettario di € 30, da versare mediante bollettino di c/c (comma 2 dell’art. 2 del DPR 462/01).

Infine, dal 2019, è nata una banca dati conservata presso l' INAIL che raccoglie informazioni sulle verifiche previste dal DPR 462/2001. Quindi, il datore di lavoro deve scaricare un modello per la nomina dell'organismo incaricato, compilarlo e inviarlo tramite PEC alle U.O.T. territorialmente competenti.

Qualora vi siano modifiche agli impianti elettrici nei luoghi di lavoro o avvenisse la cessazione del loro esercizio, è sempre obbligo del datore dare tempestiva comunicazione all’ISPESL e all’Azienda USL competenti per territorio. Dovrà quindi presentare il modulo di cessazione o nuove dichiarazioni di conformità.

 

Impianti soggetti alle verifiche periodiche messa a terra

Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell’impianto, nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennale.

Quindi, per essere più chiari, diciamo che ogni cinque anni devono essere controllati tutti quegli impianti elettrici di messa a terra, i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione che non sono installati in cantieri, in locali adibiti a uso medico, con un particolare rischio di incendio o esplosione.

Questi vengono sottoposti a verifiche visive e strumentali, che hanno il fine di controllo dello stato degli impianti e di parametri fondamentali per la sicurezza in azienda. Il professionista che si occupa di queste procedure, deve inserire le sue osservazione nella dichiarazione di conformità dell' impianto e consegnarla al responsabile dell'azienda.

 

Conclusioni

Come spesso accade con delle procedure un po' macchinose, molti professionisti sottovalutano il compito di effettuare le verifiche periodiche sugli impianti di messa a terra e dispositivi di protezione per le scariche atmosferiche. La manutenzione delle apparecchiature e la loro installazione a regola d'arte spesso non basta per ridurre il pericolo di incendio o esplosione, ma anche di cortocircuito.

La mancata verifica degli impianti di messa a terra comporta non solo un maggior rischio in caso di incidenti o guasti, ma anche sanzioni davvero salate e anche la reclusione. Per non rischiare e rispettare la norma in vigore, non esitare a contattare Global Medical Service che può aiutarti a rendere la tua impresa più sicura e anche più competitiva.

 


Scritto da Paolo Calderone 

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Paolo Calderone

Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.


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