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Sindrome da Burnout: conoscerla per prevenirla

Sindrome da Burnout, che cos'è? Ne hai mai sentito parlare? L'hai mai provata su te stesso?

Le informazioni su questa conseguenza del troppo stress sul lavoro non sono ancora largamente diffuse e qualcuno sottovaluta ancora la problematica. Eppure, sempre più persone ammettono di provare disagio nei confronti del loro mestiere.

 

sindrome da burnout

 

Che cos'è la Sindrome da Burnout

La sindrome del burnout è una condizione causata dallo stress da lavoro. Chi ne soffre percepisce una sorta di pressione costante e cronica che porta a una peggiore performance lavorativa e, in casi più gravi, a stati di depressione. Questa sindrome viene riconosciuta ufficialmente anche dall'OMS.

Ci troviamo in un periodo storico frenetico e ricco di cambiamenti. La recente pandemia ha messo in crisi l'economia mondiale, molte persone hanno perso il lavoro o lo hanno dovuto cambiare per esigenze. Altri hanno cominciato a fare gli straordinari per recuperare ciò che ha perso nel periodo di lockdown. Sempre più lavoratori hanno cominciato a provare un senso di forte stress che è andato via via peggiorando.

Non tutti hanno riconosciuto i sintomi della sindrome da burnout e quindi non sono intervenuti tempestivamente. Una maggiore informazione circa la sindrome da burnout potrebbe aiutare a mitigare lo stress lavoro correlato e fornire un aiuto rapido a quei lavoratori sull'orlo del crollo mentale ed emotivo.

In questo articolo parleremo in modo approfondito della sindrome da burnout, come si riconosce e come si previene.

Stess lavoro correlato: quanto è diffuso?

Secondo un recente studio, in Europa, metà delle persone prova stress sul posto di lavoro. Ancor peggio, meno di un'azienda su due si attiva per risolvere il problema in tempo. Il fattore preoccupante è che il numero di persone frustrate sul posto di lavoro è in costante aumento, mentre molti datori non sanno neanche cosa significhi burnout.

Le cause che portano a una risposta emotiva forte sono svariate: ritmi di lavoro troppo frenetici, poco supporto psicologico, carico di mansioni troppo elevato, esaurimento nervoso dato da una carriera altalenante, rischio costante di licenziamento, situazione relazionale instabile tra colleghi e molto altro.

Tutte queste motivazioni, che approfondiremo meglio nel prossimo paragrafo, portano a un esaurimento, a un senso di malessere ogni volta che bisogna recarsi al lavoro, alla depersonalizzazione del lavoratore e a un crollo psicologico.

In una parola: sindrome da burnout.

Ciò per le aziende ha terribili conseguenze: aumenta infatti l'assenteismo, così come aumentano i conflitti tra colleghi, diminuisce la produttività e quindi il guadagno, mentre la reputazione dell'impresa, e del suo proprietario, subisce una distorsione.

Ecco perché un datore di lavoro, a fronte di questi problemi, dovrebbe intervenire da subito offrendo un contesto di lavoro più controllato e volto al benessere del dipendente.

Cause della sindrome da burnout

Abbiamo già anticipato le cause della sindrome da burnout, ma in questa sede le approfondiamo. Il processo di burnout, letteralmente "bruciato", viene innescato da diversi fattori:

  • età del lavoratore, in quanto sembra che colpisca maggiormente le persone tra i 28 e i 45 anni. Nonostante questo dato, in realtà, sempre più giovani, anche in fase scolastica, sono colpiti da attacchi di panico, stress, ansia ed esaurimento mentale. Si tratta di un dato allarmante che bisogna tenere in considerazione;
  • mansione, poiché ci sono contesti lavorativi che mostrano un maggiore numero di dipendenti stressati. Tra questi, troviamo maggiormente colpiti gli operatori sanitari, assistenti sociali e insegnanti, forze dell'ordine, ma anche lavoratori in proprio e quelli che svolgono attività molto ripetitive;
  • sesso, perché le donne sembrano più colpite dallo stress lavoro correlato rispetto agli uomini. Questo in quanto sono cariche di responsabilità familiari, lavorative ed emotive;
  • personalità, poiché ci sono soggetti più esposti ai sintomi del burnout rispetto ad altri, come chi non ha obiettivi realistici, gli introversi o anche gli arroganti, gli stacanovisti e chi ha aspettative troppo alte;
  • ambiente di lavoro, che più è sicuro e stimolante e meno saranno le possibilità di sviluppare la situazione di burnout;
  • organizzazione del lavoro. Se si promuove lo smart working, per un worklife balance migliore, si lascia del tempo libero al lavoratore, si offre aiuto psicologico, il livello di fiducia nell'azienda è alto, il fenomeno del burnout è contenibile.

Sintomi della sindrome da burnout

Come si manifesta il burnout? I sintomi della sindrome da burnout sono:

  • percezione di stress perenne, che porta ad agitarsi, a dormire male, a essere irritabili, depressi, impulsivi e difficoltà a gestire anche i minimi conflitti;
  • mal di testa costante
  • calo dell'efficienza personale
  • esaurimento emotivo
  • atteggiamento di distacco mentale dal lavoro
  • demotivazione
  • rabbia e risentimento
  • stanchezza perenne
  • tensioni muscolari e articolari

Prevenzione della sindrome da burnout

Scarse informazioni sulle cause e sulla cura della sindrome da burnout possono avere gravi conseguenze per il personale ma anche per un'azienda. Questo problema può portare a: effetti negativi nell'ambiente di lavoro che non riguardano il singolo lavoratore ma tutto il team, perdita di clienti, scarsa produttività, alcolismo del dipendente, autolesionismo, panico e, nei casi peggiori, al suicidio.

Il fenomeno del burnout non deve assolutamente essere sottovalutato. Bisogna operare la prevenzione e istruire tutto il personale dell'azienda ad agire in tempo.

Curare la sindrome da Burnout con la psicologia e lo smart working

Di fronte ai sintomi del burnout è bene intervenire subito. Innanzitutto, il lavoratore deve entrare in contatto con un medico competente che sia in grado di diagnosticare la sindrome e di offrire i migliori consigli per procedere con la cura.

Nella maggior parte dei lavoratori, è necessaria la consulenza con uno psicologo che possa raccogliere informazioni sul paziente e offrire una terapia in grado di riportarlo passo a passo verso il benessere lavorativo.

Lo smart working potrebbe inoltre essere un'ottima soluzione per garantire una migliore flessibilità e ridurre lo stress. Infatti, un lavoratore che svolge il suo servizio dove desidera, dislocato dal luogo di lavoro, può organizzare il tempo come preferisce e operare in una condizione più casalinga, rilassante.

L' esperienza della pandemia ci ha mostrato che il livello di stress legato all'ambiente di lavoro è calato (minori costi e tempo sprecato per gli spostamenti, maggiore vicinanza alla famiglia, spreco ridotto delle risorse economiche destinate al cibo ecc.). Tuttavia, bisogna prestare attenzione al rischio opposto, ovvero quello di sviluppare il burnout da lavoro da remoto.

Infatti, nel panorama italiano, si sono notate delle tendenze disastrose per l'equilibrio psicofisico dei dipendenti:

  • frustrazione per l' utilizzo scorretto delle tecnologie
  • difficoltà a porre dei limiti tra orari di lavoro e vita privata
  • presenza di troppe distrazioni che hanno portato a una minore operatività
  • isolamento
  • ripetitività
  • incapacità di distaccarsi dal lavoro

Prevenire il Burnout

 

Come risolvere il burnout in ogni caso?

Le aziende e i dipendenti devono lavorare sodo per evitare questa pessima condizione. Le aziende di qualsiasi settore potrebbero organizzare iniziative volte a sensibilizzare i lavoratori sull'argomento e a fornire consigli utili per evitare l'esaurimento nervoso.

Potrebbero invitare esperti di yoga e meditazione per contenere il rischio di sviluppare comportamenti troppo agitati e ansiosi nei dipendenti.

Le imprese dovrebbero concedere molte ore di lavoro da remoto, ma secondo un modello sicuro e in grado di garantire tutte le risorse utili per gestire meglio il tempo, le tecnologie e le possibili ansie.

Sempre per contenere il rischio di debilitazione nervosa, è il caso di migliorare il supporto psicologico ai dipendenti, offrendo loro delle sedute convenzionate con il sistema sanitario nazionale.

Il livello di attenzione per chi lavora in azienda deve crescere, riflettendo sul tipo di bisogno necessario per rendere il luogo di lavoro migliore: si può intervenire sugli ambienti, sulle relazioni sociali, sul sistema di incentivazione e molto altro.

Il lavoratore dovrebbe tornare a sentirsi a suo agio quando entra in azienda. Il percorso è lungo, è necessario un cambiamento di atteggiamento mentale e un approccio medico efficace. Spesso è necessaria la terapia che potrebbe richiedere del tempo, ma si tratta di un investimento sul futuro che fa bene al singolo dipendente e anche all'azienda. Con la giusta determinazione e la voglia di superare i momenti difficili è possibile anche risolvere il problema del burnout.


Scritto da Paolo Calderone 

https://www.linkedin.com/in/paolo-calderone/

Paolo Calderone

Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.


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