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Come gestire le lavoratrici in stato di gravidanza a rischio nel 2023

 

Il tema della gestione delle lavoratrici in stato di gravidanza a rischio rappresenta una questione di estrema importanza per la tutela della loro salute e della sicurezza sul luogo di lavoro.

Sappiamo bene quanto la gravidanza sia un momento delicato e sensibile nella vita di una donna, e come tale meriti la massima attenzione e cura. In questo senso, l'obiettivo di questo articolo è fornire informazioni utili e pratiche su come gestire al meglio le lavoratrici in stato di gravidanza a rischio, per garantire loro un ambiente di lavoro sicuro e protetto. 

 

Lavoratrici in gravidanza

 

Noi di Global Medical Service siamo sempre attenti al tema della salute e sicurezza sul lavoro. Non solo forniamo servizi inerenti a questo ambito, come il supporto alla valutazione dei rischi e alla stesura del DVR, corsi di formazione per lavoratori a Milano e Melzo e servizi di medicina del lavoro, ma aggiorniamo costantemente il nostro blog per consentire a tutte le aziende di ottenere informazioni per rendere i propri ambienti di lavoro salubri e protetti.

Non esitare a contattarci per maggiori informazioni o per avere un preventivo senza vincoli.

 

Cosa significa "lavoratrici in stato di gravidanza a rischio"

Le lavoratrici in stato di gravidanza a rischio sono le donne che, durante la gravidanza, sono esposte a fattori di rischio sul posto di lavoro che potrebbero compromettere la loro salute o quella del nascituro.

I fattori di rischio possono essere molteplici e dipendono dal tipo di lavoro svolto dalla lavoratrice. Ad esempio, l'esposizione a sostanze tossiche o cancerogene, come solventi, pesticidi, metalli pesanti, può essere dannosa per la salute della lavoratrice in gravidanza e del nascituro.

Il lavoro notturno, invece, può influire negativamente sui ritmi circadiani e sul sonno della lavoratrice in gravidanza, aumentando il rischio di complicanze durante la gestazione. Allo stesso modo, un lavoro sedentario o ripetitivo può causare problemi posturali e muscolo-scheletrici, come la sindrome del tunnel carpale, che possono causare dolore e difficoltà nella vita quotidiana della lavoratrice in gravidanza.

In generale, come riportato nel D.Lgs 81/08, le lavoratrici in gravidanza sono considerate lavoratori sensibili e il datore di lavoro deve tenere conto di questo particolare quando effettua la valutazione dei rischi. Deve, in particolare, ricordare che alcuni elementi sul luogo di lavoro innocui per una persona qualsiasi potrebbero invece causare ingenti danni alla donna e al bambino.

È altrettanto importante che le lavoratrici in stato di gravidanza a rischio siano consapevoli dei fattori di pericolo presenti sul loro posto di lavoro e segnalino al proprio datore di lavoro eventuali situazioni di rischio o preoccupazioni relative alla loro salute e a quella del nascituro. Approfondiremo questo tema nei prossimi paragrafi.

 

Come tutelare una donna in stato di gravidanza a rischio

Il datore di lavoro ha un'importante responsabilità nella tutela della salute delle lavoratrici in gravidanza a rischio. In particolare, il datore di lavoro ha l'obbligo di adottare tutte le misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto per le lavoratrici in gravidanza.

Tra gli obblighi del datore di lavoro, vi è l'obbligo di informazione e formazione dei lavoratori sui rischi per la salute associati al loro lavoro. Nel caso delle lavoratrici in gravidanza a rischio, il datore di lavoro deve fornire informazioni specifiche sui rischi per la gravidanza e sulla prevenzione di tali pericoli.

Inoltre, il datore di lavoro deve valutare i rischi per la salute delle lavoratrici in gravidanza a rischio e adottare le misure di prevenzione e protezione adeguati ai rischi specifici. Ad esempio, se la lavoratrice svolge un lavoro che comporta l'esposizione a sostanze tossiche, il datore di lavoro deve adottare le misure necessarie per limitare tale esposizione, ad esempio attraverso l'uso di dispositivi di protezione individuale o l'adozione di procedure di lavoro sicure.

 

Gravidanza a rischio: come funziona la maternità anticipata

La maternità anticipata è un diritto che viene riconosciuto a una donna con una gravidanza a rischio o che svolge un lavoro particolarmente rischioso. 

In questi casi, la futura madre può restare a casa dal lavoro già dai primi mesi di gravidanza. La normativa prevede la possibilità per la lavoratrice in gravidanza di anticipare l'astensione dal lavoro rispetto ai termini ordinari previsti per la maternità obbligatoria. 

L'interdizione anticipata può essere richiesta all'Azienda Sanitaria Locale (in caso di gravidanza a rischio) o dagli Uffici Territoriali dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro (in caso di lavoro a rischio), in presenza di particolari condizioni relative all'ambiente di lavoro, alle caratteristiche dell'attività svolta o alle condizioni di salute della gestante.

Recentemente, con il messaggio n. 572 del 7 febbraio 2023, l'INPS ha comunicato l'aggiornamento della procedura di presentazione telematica della domanda di indennità di maternità anticipata per gravidanza a rischio delle lavoratrici autonome

Tale novità deriva dal decreto legislativo n. 105/2022 che ha ampliato la platea dei beneficiari della misura di interdizione anticipata alle lavoratrici autonome. È possibile presentare domande per periodi precedenti la data di richiesta, purché relativi a periodi decorrenti dal 13 agosto 2022, data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 105/2022.

Mentre nel caso del lavoro a rischio è l’ASL o l’ispettorato del lavoro a decretare se la donna possa proseguire nella sua mansione (ma anche il datore di lavoro stesso), in caso di gravidanza a rischio è la gestante a dover richiedere il certificato medico al suo ginecologo e inoltrare la domanda all’ASL.

Quest’ultima ha 7 giorni per fornire una risposta.

 

Indennità durante la maternità

Durante i periodi di astensione obbligatoria, anticipata e posticipata, la dipendente in gravidanza ha diritto a un'indennità a carico dell'INPS per coprire i periodi di assenza

L'indennità di maternità anticipata viene pagata dal datore di lavoro attraverso la busta paga, successivamente recuperata sui contributi da versare all'INPS tramite modello F24. Tuttavia, in alcuni casi, l'INPS eroga direttamente l'indennità.

L'importo dell'indennità corrisponde all'80% della "Retribuzione media globale giornaliera" (o RMG) moltiplicata per il numero di giorni indennizzabili compresi nel periodo di assenza. La RMG viene calcolata sulla base della retribuzione percepita nel periodo di paga quadrisettimanale o mensile scaduto e immediatamente precedente quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo.

L'indennità copre tutte le giornate, ad eccezione delle festività e delle domeniche (per gli operai) e delle festività che cadono di domenica (per gli impiegati). Tuttavia, i CCNL possono prevedere che l'azienda integrerà le somme a carico dell'INPS fino a raggiungere il 100% della retribuzione. Inoltre, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere la retribuzione per le festività e le domeniche (se si tratta di operai) o per le festività che cadono di domenica (per gli impiegati).

Per maggiori informazioni sull’argomento, ti invitiamo a continuare a seguire il blog di Global Medical Service e rimanere sempre aggiornato sulle ultime novità circa la salute e sicurezza sul lavoro.

 

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Scritto da Paolo Calderone 

Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08).  Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.


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