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Gli effetti negativi del rumore sul posto di lavoro e come proteggere l'udito dei lavoratori

  

In ogni ambiente lavorativo, i lavoratori sono costantemente esposti a una vasta gamma di rischi per la salute e la sicurezza. Tra questi, l'eccessivo rumore è un pericolo spesso trascurato ma estremamente significativo. 

L'esposizione prolungata a livelli elevati di rumore non solo può compromettere irreparabilmente l'udito, ma anche innescare altri gravi problemi di salute psicologica. È imperativo comprendere appieno la natura del rumore nocivo, valutare attentamente il rischio che esso rappresenta sul luogo di lavoro e adottare misure di sicurezza efficaci per prevenire malattie professionali correlate al rumore.

In questo articolo di Global Medical Service, azienda che da vent’anni supporta i datori di lavoro nella valutazione dei rischi a Milano e a Melzo, esploriamo il rumore, cos’è e come adottare le corrette misure di prevenzione e protezione.

  

Cos’è il rumore?

Il rumore, in contesto lavorativo, rappresenta un fenomeno acustico complesso e intrinsecamente sgradito. La sua natura è caratterizzata dalla propagazione di onde sonore nell'aria, le quali possono risultare dannose per la salute umana quando raggiungono livelli eccessivi. 

Il Decreto Legislativo 81/08 identifica il livello di esposizione giornaliera ponderato in frequenza, noto come LEX,8h, come il principale indicatore del rischio da esposizione al rumore. Tale parametro, ponderato in base alla frequenza e normalizzato per una giornata lavorativa standard di 8 ore, fornisce una valutazione complessiva dell'esposizione al rumore nel tempo. 

Al di sopra delle soglie di azione e dei limiti definiti per il LEX,8h, è imperativo adottare misure di controllo dell'esposizione al rumore al fine di proteggere la salute dei lavoratori. A breve, scopriremo quali sono queste misure. La corretta valutazione e gestione del rischio da rumore sono cruciali per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare per tutti i dipendenti.

  

La valutazione del rischio rumore: in cosa consiste e come si effettua

Il primo passo per garantire la salute uditiva dei lavoratori è effettuare la valutazione del rischio rumore. La responsabilità è, come sempre, del datore di lavoro, affiancato dal RSPP e dal medico competente, ove previsto.

Innanzi tutto, è fondamentale comprendere i riferimenti normativi che regolano questa valutazione, tra cui il Decreto Legislativo 81/08 e il Decreto Legislativo 195/06, insieme agli standard tecnici come l’UNI EN ISO 9612:2011 e l’UNI 9432:2011. Per condurre una valutazione accurata, è necessario considerare tre fattori chiave: la frequenza del rumore, la sua intensità e la durata dell'esposizione dei lavoratori allo stimolo rumoroso

Esistono due approcci principali per valutare il rischio rumore: con o senza misurazioni fonometriche. Nel caso di esposizione trascurabile al rumore, si possono utilizzare rilevazioni standard per accertare il rispetto dei limiti di legge. Tuttavia, in ambienti con un’esposizione significativa al rumore, sono necessarie misurazioni fonometriche specifiche.

Durante la valutazione, è importante identificare e segnalare tutte le fonti di rumore presenti nell'ambiente lavorativo, considerando anche fattori come i rumori improvvisi e il rischio di vibrazione. Inoltre, è essenziale prendere in considerazione le informazioni fornite dai costruttori sul livello di rumore emesso dalle attrezzature utilizzate.

Infine, i risultati della valutazione devono essere documentati in modo completo e accurato. Il DVR deve includere i limiti di esposizione identificati, i fattori influenzanti, le fonti di rumore individuate, l'eventuale interferenza con segnali di sicurezza e i dettagli relativi ai dispositivi di protezione per l'udito

   

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Il rischio rumore e le conseguenze sulla salute dei lavoratori

Perché effettuare la valutazione rischio suono e adottare misure di sicurezza appropriate? La risposta sta nelle conseguenze che colpiscono la salute dei lavoratori.

Nei contesti aziendali, i rumori possono essere categorizzati in due tipologie fondamentali:

  • rumore dannoso, caratterizzato dal superamento dei limiti legali per quanto riguarda la durata e l'intensità dell'esposizione acustica. Questo tipo di rumore può causare danni diretti all'udito dei lavoratori, con effetti che vanno dall'ipoacusia temporanea o permanente fino alla sordità

  • rumore disturbante, che non supera i limiti di legge ma comunque influisce sulla reattività psicologica dei lavoratori, potendo compromettere le loro prestazioni professionali. 

I lavoratori esposti a rumori eccessivi possono subire una serie di effetti negativi sulla loro salute e sicurezza. Tra le malattie professionali più comuni correlate al rumore vi sono l'ipoacusia e la sordità, che possono derivare dall'esposizione prolungata a livelli elevati di rumore. Anche infortuni come la lacerazione del timpano possono verificarsi in seguito a esposizione istantanea a stimoli acustici intensi. 

Le professioni più a rischio includono quelle che operano in ambienti rumorosi o con attrezzature ad alto livello di rumore, come i lavoratori nell'industria manifatturiera, nell'edilizia, nei cantieri navali e nelle attività di trasporto. Anche i professionisti del settore musicale e dell'intrattenimento possono essere esposti a livelli elevati di rumore durante le performance. Tuttavia, va sottolineato che il rischio legato al rumore può essere presente in molte altre professioni, anche in ambienti di lavoro meno ovviamente rumorosi, come gli uffici con apparecchiature ad alto volume o le sale operatorie con strumenti chirurgici ad alta frequenza.

 

Cosa si può fare per prevenire il rischio rumore?

Per ridurre il rischio derivante dal rumore nei luoghi di lavoro, sono disponibili diverse strategie e misure preventive. Innanzitutto, è fondamentale implementare controlli tecnici mirati a ridurre l'esposizione pericolosa al rumore, che possono includere l'assorbimento del rumore dalle macchine, l'isolamento delle fonti rumorose e la scelta di strumenti e attrezzature a bassa rumorosità. 

Inoltre, è possibile adottare controlli amministrativi, come la pianificazione dei turni di lavoro in modo da ridurre l'esposizione al rumore e la fornitura di aree tranquille dove i lavoratori possano riposarsi.

L'uso di dispositivi di protezione dell'udito, come cuffie e tappi per le orecchie, può essere considerato come una misura temporanea mentre vengono implementati altri controlli più efficaci. È importante notare che, sebbene questi dispositivi siano un'opzione accettabile, è preferibile ridurre l'esposizione al rumore alla fonte attraverso controlli tecnici e amministrativi.

 

  

Un aspetto cruciale nella gestione del rischio rumore è la realizzazione di un efficace programma di conservazione dell'udito. Questo prevede il monitoraggio del rumore sul posto di lavoro, test audiometrici regolari per i dipendenti esposti a livelli pericolosi di rumore e la fornitura di dispositivi di protezione dell'udito adeguati e ben adattati. La formazione dei lavoratori sull'importanza della protezione dell'udito e sull'uso corretto dei dispositivi forniti è essenziale per garantire l'efficacia del programma.

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Scritto da Paolo Calderone 

Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08).  Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.


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