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Lavoratore sintomatico: come va gestito?

  

Nonostante non ci troviamo più in una condizione di emergenza dovuta agli alti tassi di contagio di Covid-19, è bene comunque prestare attenzione ai comportamenti che si adottano, in modo da non ricadere nella situazione in cui abbiamo vissuto nel 2020.

In questo senso, le aziende hanno una grande responsabilità nella gestione dei lavoratori positivi e sintomatici: non solo perché ogni azienda deve garantire il massimo della salute e sicurezza nei suoi ambienti, ma anche perché il luogo di lavoro è tra i maggiori responsabili dell'aumento dei contagi di Covid-19.

Ora che non siamo più in uno stato di allerta Covid, come bisogna gestire un lavoratore sintomatico? Cosa ha previsto negli ultimi mesi il Ministero della Salute per il contenimento dei contagi da Coronavirus?

Ne parliamo in questo utile articolo di Global Medical Service, azienda lombarda che da anni affianca gli imprenditori per rendere le loro imprese più sicure e produttive.

 

lavoratore sintomatico

  

Le ultime novità riguardo i contagi di Covid-19 in azienda

Il numero dei contagi si è ridotto ma non è scomparso del tutto. Può quindi capitare che un lavoratore mostri i sintomi del Covid 19. Come comportarsi in questi casi?

Il lavoratore, se sintomatico, non deve presentarsi al lavoro, ma rimanere a casa come indicato dal Decreto Riaperture dell'aprile 2022. Potrà tornare in sede dopo aver ottenuto l'esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2. E' il datore di lavoro che deve gestire al meglio la situazione, assicurandosi che la persona non si presenti in azienda. Se nota che un dipendente mostra dei sintomi, deve immediatamente chiamarlo nell'ufficio del personale per verificare la sua condizione e prendere dei provvedimenti per la sicurezza di tutta l'azienda.

Le linee guida della sanità pubblica per la quarantena attuali prevedono un regime di isolamento e autosorveglianza. Per isolamento si intende l'atto di prendere le distanze da colleghi, superiori, ma anche famigliari o altre persone che potrebbero contrarre il virus. Il termine autosorveglianza invece indica l'attività di monitorare i propri sintomi, anche con il consulto del medico di famiglia, in attesa che svaniscano o rivolgendosi all'ospedale in caso di peggioramento.

Unico limite per i lavoratori positivi è quindi quello di non poter uscire di casa per evitare che il virus si propaghi.

 

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Cosa fare se un lavoratore ha avuto contatti stretti con un positivo?

Per coloro che hanno avuto contatti ravvicinati con soggetti positivi accertati si applica un regime di autocontrollo, che prevede l'obbligo di indossare protezioni respiratorie di tipo FFP2 al chiuso o in caso di assembramenti fino al 10° giorno dalla data del test o tampone dell'antigene molecolare per SARS-CoV-2 alla prima presentazione o cinque giorni dopo la data dell'ultima esposizione se i sintomi persistono.

 

Quanto si resta in isolamento?

Per i casi asintomatici e per chi è asintomatico da almeno 2 giorni, l'isolamento può terminare 5 giorni dopo il primo test positivo o l'insorgenza dei sintomi, indipendentemente dal fatto che sia stato eseguito il test antigenico o molecolare, oppure, se il test molecolare antigenico risulta negativo, può terminare anche 5 giorni prima.

L'isolamento per i casi sintomatici si conclude all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2.

In caso di pazienti immunodepressi, l’isolamento potrà terminare dopo minimo 5 giorni a seguito di un tampone antigenico o molecolare con risultato negativo.

Altre regole sono previste per gli operatori sanitari: se asintomatici per almeno 2 giorni, l'isolamento può terminare immediatamente dopo l'antigene o il test molecolare negativo.

Altre indicazioni giungono per i cittadini che viaggiano: secondo l'Ordinanza 28 dicembre 2022“Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da COVID-19 concernenti gli ingressi dalla Cina", i cittadini che sono entrati in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese entro 7 giorni prima del loro primo tampone positivo, se sono stati asintomatici per almeno 2 giorni e hanno misure di emergenza antigeniche o molecolari consecutive per il contenimento e la gestione delle malattie.

In ogni caso, al termine della quarantena, fino al 10° giorno dall'esordio dei sintomi o dal primo test positivo (nei casi asintomatici), è obbligatorio l'uso di protezioni respiratorie di tipo FFP2 e comunque si raccomanda di evitare persone ad alto rischio o ambienti affollati. Queste precauzioni possono essere interrotte se il tampone antigenico o molecolare è negativo.

 

Come prevenire il Covid 19 in azienda?

Anche se nessun dipendente dovesse contrarre il virus, è bene mettere in pratica delle misure di prevenzione per evitare che il Covid 19 possa contagiare dei lavoratori. In questo senso, è bene sensibilizzare tutto l'organigramma sui buoni comportamenti e adottare dei provvedimenti, seppure semplici, per mantenere un certo livello di pulizia e igiene:

  • promuovere l'igiene delle mani, fornendo soluzioni per la pulizia delle mani e inserendo distributori di gel igienizzante in azienda;

  • imporre il distanziamento fisico tra i dipendenti, aumentando la distanza tra i posti di lavoro e limitando il numero di persone che possono essere presenti in un'area allo stesso tempo;

  • fornire mascherine e altri dispositivi di protezione personale ai dipendenti che ne hanno bisogno e incoraggiare o imporre l'utilizzo di maschere in determinate aree dell'azienda;

  • sanificare regolarmente le aree comuni e le attrezzature utilizzate da più persone, in particolare le aree ad alto contatto stretto;

  • organizzare il lavoro in smart working o telelavoro;

  • Incoraggiare i dipendenti a evitare di condividere gli oggetti personali, come telefoni cellulari, penne e computer portatili.

  

Conclusioni

Nonostante le campagne vaccinali e l'uso della mascherina ancora comune tra tante persone, comunque l' infezione da Covid 19 non è stata ancora combattuta del tutto. Se un dipendente si ammala o entra in contatto stretto con un positivo, il datore di lavoro ha l' obbligo di creare delle condizioni di sicurezza in azienda, secondo le ordinanze del Ministero della salute.

Il dipendente deve restare a casa in una situazione di isolamento e autosorveglianza, fino a che il tampone non risulta negativo. Questa forma di prevenzione è al momento quella più efficace per evitare che il virus torni a circolare tra i cittadini italiani, quindi invitiamo lavoratori e titolari di imprese a prestare molta attenzione ai decreti recenti.

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Scritto da Paolo Calderone 

Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08).  Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.


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