Sicurezza sul lavoro: tutte le novità di novembre 2025
Il mese di novembre 2025 porta con sé una delle più rilevanti riforme recenti in materia di sicurezza sul lavoro. Il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 ottobre 2025 introduce una serie di misure che mirano a rafforzare la tutela dei lavoratori, potenziare i controlli e sostenere le aziende che investono davvero in prevenzione.
L’obiettivo è ridurre in modo strutturale il numero di infortuni e malattie professionali, rendendo la sicurezza un valore concreto e non un mero adempimento formale. Per le imprese, però, significa anche nuovi obblighi e la necessità di aggiornare procedure, documenti e formazione.
Vediamo nel dettaglio cosa cambia, perché è stato introdotto e come prepararsi per tempo.

Il badge di cantiere: tracciabilità e responsabilità
Una delle novità più discusse è l’introduzione del badge di cantiere, obbligatorio per tutti i lavoratori impiegati in appalti e subappalti, pubblici e privati. Non si tratta di una semplice tessera di riconoscimento, ma di uno strumento di tracciabilità digitale che serve a verificare la presenza effettiva del lavoratore, l’appartenenza all’impresa e la regolarità dei contratti.
Ogni badge contiene un codice identificativo unico e potrà essere collegato a sistemi digitali nazionali, come la piattaforma SIISL, per permettere controlli rapidi da parte degli ispettori.
Lo scopo è evitare situazioni di lavoro irregolare e garantire che nei cantieri operino solo persone formate, assicurate e in regola.
Per le imprese, questa novità richiede un impegno organizzativo: occorrerà predisporre i badge per ogni lavoratore, aggiornare i registri delle presenze, coordinarsi con eventuali subappaltatori e assicurarsi che tutti sappiano usare correttamente il nuovo sistema. Il badge diventerà così uno strumento di trasparenza e responsabilità condivisa, un modo per dimostrare che la sicurezza non è solo sulla carta ma parte integrante della gestione aziendale.
Patente a crediti e sanzioni più severe
Il decreto interviene anche sul sistema della patente a crediti, introdotto nel 2024 e ora rafforzato. Questo meccanismo assegna a ogni impresa che opera nei cantieri un punteggio iniziale che può salire o scendere in base al rispetto delle norme, alla partecipazione alla formazione, alla gestione degli incidenti e agli eventuali provvedimenti sanzionatori.
Chi mantiene un comportamento virtuoso potrà beneficiare di vantaggi e semplificazioni, mentre chi accumula violazioni rischia la sospensione temporanea dalle attività o, nei casi più gravi, la perdita della patente. Il decreto del 28 ottobre ha previsto sanzioni più pesanti per le aziende che operano senza patente valida o che impiegano personale non registrato.
Per un datore di lavoro questo significa che la sicurezza non si gioca più solo sul DVR o sul rispetto formale degli obblighi, ma anche sulla capacità di mantenere nel tempo un comportamento coerente e verificabile. Ogni violazione pesa, ogni formazione documentata fa guadagnare punti. La patente a crediti, in sostanza, diventa uno strumento di reputazione e affidabilità: chi lavora in modo serio avrà vantaggi reali anche nei rapporti con committenti pubblici e privati.
Nuovi incentivi INAIL e premi per le imprese virtuose
Il decreto dedica spazio anche al tema degli incentivi economici, prevedendo la revisione delle aliquote INAIL a partire dal 2026. L’idea è premiare le aziende che riducono gli infortuni e investono in prevenzione, restituendo loro parte dei contributi versati.
L’INAIL avrà la possibilità di ricalcolare i premi assicurativi sulla base dei risultati ottenuti e dei comportamenti virtuosi dimostrati. Un’azienda che dimostra di aver abbassato il tasso di infortuni, aggiornato la formazione, migliorato gli ambienti di lavoro e collaborato con il medico competente potrà ottenere riduzioni concrete delle aliquote.
Si tratta di un cambio di prospettiva importante: la sicurezza come investimento che produce ritorni economici, non solo come voce di costo. Per prepararsi, le imprese dovrebbero iniziare a raccogliere dati sugli incidenti, documentare le misure adottate e coinvolgere tutti i reparti nella costruzione di un “bilancio della sicurezza”, utile sia ai fini interni sia per ottenere agevolazioni.
Più controlli e più ispettori
Il decreto destina circa 900 milioni di euro all’anno per rafforzare il sistema di vigilanza. Una parte rilevante dei fondi servirà ad assumere nuovi ispettori del lavoro e a potenziare le strutture territoriali dell’Ispettorato nazionale, dell’INAIL e dei Carabinieri per la tutela del lavoro.
Non si tratta di un’intenzione generica: i controlli diventeranno più frequenti e più mirati, soprattutto nei settori ad alto rischio come edilizia, agricoltura, logistica e manutenzione industriale. Verranno incrociati i dati di presenze, formazione, registri e badge di cantiere per individuare le aziende che non rispettano gli standard.
Per i datori di lavoro questa è una notizia che va accolta come un’opportunità più che come una minaccia. Un’ispezione ben gestita, con documentazione aggiornata e personale formato, non è un problema: è la prova che l’azienda funziona. Al contrario, chi trascura gli adempimenti rischia sanzioni più alte e anche sospensioni temporanee delle attività.
In questa fase conviene programmare un audit interno, controllare DVR, attestati di formazione, registro dei DPI e certificazioni mediche, così da evitare problemi quando arriveranno le verifiche.
Stop temporaneo ai percorsi scuola-lavoro nei settori a rischio
Il decreto ha previsto la sospensione delle attività di alternanza scuola-lavoro nei settori considerati ad alto rischio, almeno fino all’adozione di nuove linee guida nazionali. La decisione nasce dai casi di infortunio che negli ultimi anni hanno coinvolto studenti in stage o tirocini non adeguatamente tutelati.
Questo non significa che la collaborazione tra scuole e aziende venga interrotta, ma che le imprese dovranno garantire condizioni di sicurezza superiori: piani formativi chiari, tutor qualificati, ambienti di lavoro protetti, dispositivi di protezione adeguati e formazione preventiva.
Per chi ospita tirocinanti, è necessario verificare che l’attività rientri tra quelle consentite, aggiornare la valutazione dei rischi e informare il personale coinvolto. È anche un’occasione per riflettere sul valore educativo della sicurezza: chi impara a lavorare in un ambiente attento alla prevenzione porterà questa cultura anche nel proprio futuro professionale.
Aggiornamento del Testo Unico e della formazione
Nel corso del 2025 è stato completato l’aggiornamento del D.Lgs. 81/2008 e dell’Accordo Stato-Regioni sulla formazione, entrambi già operativi e ora pienamente integrati nel nuovo decreto. Le novità principali riguardano le modalità di formazione di lavoratori, preposti e dirigenti: più pratica, più verificabile, meno formale.
Ogni corso dovrà prevedere una parte di addestramento effettivo, la tracciabilità digitale della presenza e una valutazione finale delle competenze acquisite. I preposti, in particolare, sono chiamati a un ruolo più attivo di vigilanza e guida dei lavoratori: il decreto stabilisce che la loro formazione debba essere periodicamente aggiornata e documentata.
Questo significa che molte aziende dovranno rivedere i propri piani formativi. I corsi standardizzati e uguali per tutti non bastano più: occorre progettare percorsi mirati, legati ai rischi reali dell’attività e calibrati sulla mansione. Chi non lo farà rischia di trovarsi, al prossimo controllo, con documentazione non più valida.
Come prepararsi in modo efficace
Adeguarsi alle novità di novembre 2025 richiede metodo e pianificazione. Un approccio utile è quello di creare un piano di adeguamento in tre fasi:
Analisi iniziale, con verifica del DVR, delle formazioni e della documentazione di cantiere.
Aggiornamento operativo, con emissione dei badge, aggiornamento della patente a crediti, eventuale revisione dei corsi e delle procedure.
Monitoraggio continuo, per mantenere la conformità nel tempo e sfruttare gli incentivi INAIL.
La cosa più importante è non limitarsi alla carta: la sicurezza vive nella quotidianità, nei comportamenti, nella coerenza tra regole e prassi. Un badge o un attestato servono a poco se non corrispondono a una reale consapevolezza dei rischi.
La sicurezza come vantaggio competitivo
Le nuove regole non vanno lette come un aggravio burocratico, ma come un passo verso una cultura del lavoro più moderna e sostenibile. Un’azienda che investe in sicurezza riduce costi, assenze, tempi morti e guadagna fiducia da clienti, fornitori e istituzioni. In un mercato sempre più attento alla responsabilità sociale, essere conformi non basta più: bisogna essere credibili.
Global Medical Service affianca le imprese proprio in questo: dalla valutazione dei rischi alla formazione, dalla sorveglianza sanitaria agli audit interni, forniamo supporto tecnico e umano per trasformare la sicurezza in un valore reale.
Scritto da Paolo Calderone

Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.
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